mercoledì 28 luglio 2010

ECCOCI QUI

Ho 30 anni e sono sposato. Inauguro questo blog dal tavolo Ikea della mia cucina, in questa piacevole serata estiva di fine luglio. Per la precisione è il 28. Niente zanzare a rompermi le palle, nessun problema col caldo, mal di testa lontano 24 ore e a pochi passi da me la mia adorata mogliettina che legge un libro. Io e Tara siamo insieme da pochi anni e da pochi mesi ci siamo per l'appunto sposati. Per ora non aggiungo altro su di me e lei, se non che siamo realmente felici.
Penso ci voglia un tema, un leitmotiv per condurre un blog; il mio sarà incentrato sulla mia vita lavorativa, quella di coppia nei limiti della privacy, oltre che sui viaggi, sui sogni di una vita, sui libri e sul calcio. Quest'ultima categoria stona? Avrò modo di parlare anche di quello in termini giusti, dacché in Italia se ne può fare anche a meno, ma lo trovi sempre e comunque dietro ogni angolo di strada. Il tutto, ossia parlare di ciò che ho riassunto or ora, avrà poi il valore aggiunto di farmi tornare a dar confidenza alla parola scritta, fulgido amore da troppo tempo intermittente in me. Ho avuto fasi in passato dove scrivere era un'occupazione davvero predominante; da un po' di tempo non lo è più, forse un po' di sana nostalgia mi ha condotto qui su blogspot, contagiato da un po' d'amiche che si stanno distinguendo egregiamente su questi lidi.
Parto però dicendo ad alta voce che oggi sono assolutamente scoglionato, sono stanco e pure un po' incazzato con alcuni clienti; apriamo dunque il sipario sulla vita lavorativa.
Gestire i clienti alle volte è una gran rottura e ti porta veramente al logorio, se poi la prendi sul personale, o se ti fidi e scopri che non fidarsi è SEMPRE meglio. Fortuna vuole che ho una percentuale di clientela sana molto alta, ma i pochi che si approfittano delle situazioni sanno essere davvero fastidiosi, oltre che saper succhiarti parecchia energia. La giornata lavorativa odierna a dire il vero non è stata delle più impegnative, ma si è sommata ad altre che invece sono state decisamente più toste.
Mi occupo di vendite, un lavoro commerciale diciamo, che mi porta a relazionarmi per l'appunto con clienti e pagamenti. La mia vita non è solo quello, per carità, ma questa cosa dei pagamenti, cazzo... quella in un certo modo ha deviato il mio modo di pensare, focalizzato le mie rotte di pensiero... rovinato, forse.
Attenzione, non ho la parlantina da arruffapopoli e non mi vesto in doppiopetto, sfoggiando abbronzature caraibiche da gennaio a dicembre, se avete pensato ciò. No, no, immaginate una figura neutra e standard, ecco, vi sarete senz'altro avvicinati al mio aspetto. Sono uno di quelli che ispira fiducia alle persone, una fiducia che vi garantisco è ben riposta. Ciò che però sto imparando sul campo è che l'amicizia nel lavoro esiste solo in rari casi e prenderla nel culo è sempre molto facile, se non si sta attenti. E il sentore, il dubbio, quello che ci assilla prima di fare scelte di cui poi regolarmente ci pentiamo, ecco, lì sta la verità. Se qualcosa puzza anche solo lontanamente, quell'odore lo sentirai fino a nausearti se non ti fidi dell'istinto. Cazzo se è vero.
Facile battezzare un cliente insolvente da coreografiche mise da malavitoso nostrano, difficile è non cedere alla bontà d'animo e credere nella buona fede delle persone. Quando ti mostri molle, perdi. Fai una scelta blanda e poco ragionata, la prendi nel culo. Questo è quanto.
Si potrà dedurre da queste righe che mi sono scottato parecchie volte, no? Beh più o meno diciamo, anche se grazie a Dio ho pochi scheletri nell'armadio in fatto di perdite economiche. Di recente però ci sono un paio di persone che mi stanno facendo alzare le antenne... e la cosa mi dà, e di molto, sui nervi. Purtroppo nella massa è fisiologico cedere un po' il fianco; credetemi, bisogna essere bravi e scremare anche quei momenti di debolezza. Poi ti si ripercuotono su tutto ciò che invece è stato fatto ad arte.
Sono un po' criptico forse, scusatemi, è un piccolo sfogo, che verrà ripreso.
Insomma che avere a che fare con la clientela porta a momenti senz'altro piacevoli, a seconda di chi sia l'interlocutore ovviamente, a momenti di nervosismo, a pulciose situazioni psicologiche nelle trattative economiche, che portano in taluni più spinosi casi a sudori acidi, fino a veri e propri momenti di tormento, nel caso dei pagamenti ritardati.
Domattina dunque suonerà la sveglia e io mi dirigerò in ufficio, nella routine che per quanto si cerchi di sfuggire irretisce la maggior parte delle persone. Ogni giorno è a se stante, è vero, ma fa parte di un recinto ben delineato. Questa è la mia vita lavorativa, che non amo ma che al contempo non disprezzo. Non leggete però tedio in me, o noia, o afflizione piuttosto che accettazione d'una realtà indissolubile. No, vivo felicemente, con qualche grillo per la testa.. che mi piacerebbe veder saltare qui e là su blogspot. Le idee in questi giorni si accalcano in me come clienti al banco del supermercato; tutte stanno prendendo il numerino, poi starà a me farle uscire ordinatamente una ad una.
Per oggi sento di aver finito la benzina.
Hasta la proxima.

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